Una storia di qualche anno fa, che ho sempre raccontato poco e a tratti, svelata per intero.
26 luglio 2017.
Sono le 9 del mattino, e mi sono appena svegliato pronto per il secondo giorno di vacanza in Calabria con amici, ancora mezzo in coma per il viaggio di 12 ore di bus del giorno precedente.
Come sempre, faccio la prima cosa che ormai tutti facciamo appena svegli: accendo il telefono.
Mentre ancora mi strofino gli occhi, però, noto qualcosa di strano, vedo arrivare un po’ troppe notifiche.
Inizio a leggere alla veloce. Ovviamente le prime che leggo sono delle due persone più importanti: mamma e papà, entrambi mi scrivono che sono sulla Gazzetta di Reggio, il quotidiano locale più famoso.
Subito penso che forse sto continuando a sognare, e che in realtà non mi sono mai svegliato, ma mia madre mi aveva allegato il link dell’articolo, ed effettivamente parlava proprio di me.
L’innocuo articolo sulla cancellazione della Notte Rosa che avevo pubblicato il giorno prima di partire, aveva preso il sopravvento il giorno successivo. Nonostante il video allegato all’articolo che ritraeva me, un quasi 18enne che parla ad un microfono non funzionante, mai mi sarei aspettato che qualcuno potesse credere alla notizia.
Il massimo di visibilità che l’articolo aveva raggiunto durante il giorno della pubblicazione (e che di fatto era il mio obiettivo), sono state tre amiche (Ciao Cate, Vale ed Elisa).
Di fatto, il Corriere di Reggio era nato su spunto di Lercio e alcuni personaggi che tra il 2016 e 2017 erano diventati virali per le loro fake news, ma il mio scopo era di rendere queste “notizie fantomatiche” a livello locale, ironiche e inverosimili. Basta vedere una delle primissime notizie pubblicate: la foto di un trattore caduto in un burrone con il titolo “Scoperta in provincia la prima pianta di trattore” (avevo pur sempre 16 anni).
Ma nei giorni successivi, sui social iniziava a scatenarsi il panico: gente triste perché la serata non si sarebbe svolta, gente contenta perché la serata non si sarebbe svolta e (ogni motivo è buono) gente che se la prendeva con i politici.
E come dare torto a lui…
La notizia intanto continuava ad espandersi a macchia d’olio: dopo aver raggiunto una certa copertura, di fatto non era più Facebook che la faceva girare, ma altri media e il caro e vecchio passaparola.
Ed è quando ci si inizia a divertire che arrivano i guastafeste: le prime smentite ufficiali dagli effettivi organizzatori dell’evento e dal Comune. Quest’ultimo nel frattempo aveva i centralini intasati di telefonate da aziende che avrebbero dovuto essere presenti all’evento e che al domandare se la serata fosse confermata, si sono sentite rispondere “Stiamo verificando”.
E ovviamente, immancabili, i primi annunci di provvedimenti legali.
Ho scritto “primi” perché qualcuno potrebbe anche giustamente pensare: “perché non approfittare di un ragazzino per fatturare un po’?”, e di fatto qualcuno ci ha pensato.
In tutto questo, voglio ricordare che io mi trovavo a 1.061km dalla città in cui la notte rosa si sarebbe dovuta svolgere, impotente, minuscolo davanti a tutto questo, a Santa Caterina dello Ionio, e se mi affacciavo alla finestra, vedevo solo dei rovi.
In tutto questo, fortunatamente sono qui che posso scherzarci sopra, senza aver pagato multe e senza aver ricevuto denunce. Al contrario, è stata occasione per poi conoscere nuove persone anche da un lato professionale.
In conclusione:
a) La rete è abnorme: qualsiasi azione può avere una portata migliaia di volte più grande delle aspettative.
b) Nessuna notizia, anche la più banale, va presa subito per veritiera, a maggior ragione se online;
c) Anche la pagina intera stampata era bellissima.
d) L’articolo mi descriveva fisicamente parlando di “brufoli da stress”, in realtà era solo pubertà. I brufoli dei giorni dopo, quelli erano da stress.
Link agli articoli, valutate voi qual è il vero e quale no:
https://www.corrieredireggio.it/2017/07/24/cancellato-mercoledi-rosa-26-luglio/